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The rise of Bullshit jobs : l'ascesa dei lavori inutili

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giuatt07
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È una tematica che affronto molto spesso , quì sul mio blog, quella del rischio della perdita di impiego per milioni di persone, in un futuro sempre più vicino, con le nuove tecnologie che avanzano a passo da gigante, come la AI e la robotica, che iniziano a sostituire sempre più figure professionali, e non tanto quelle manuali e di fatica, ma soprattutto tanti "colletti bianchi", che hanno magari dovuto prendere più di una laurea per arrivare ad essere assunti nel loro posto.

Però c'è un altra tematica, molto interessante, e forse più politicamente scorretta, che è l'aumento di lavori inutili, che sono fini a se stessi, o che non producono niente di concreto, non portano nessun miglioramento alla società, ma, anzi, spesso fanno anche tanti danni, producendo burocrazia e scartoffie, e facendo perdere tempo prezioso a chi lavora "veramente", se così si può dire.

E in questa analisi, è diventata una sorta di bibbia il libro del 2018, scritto da David Graeber, intitolato, appunto , "Bullshit Jobs", che viene spesso citato quando si parla di questo argomento.

L'autore vede 5 tipi principali di lavori inutili:

  • quelli di facciata e basta, che servono a far vedere che quella determinata azienda o quel manager sono importanti, e quindi devono assumere un esercito di dipendenti per far vedere al mondo quanto sono importanti e quanto potere esercitano sugli altri.

  • i mercenari, figure che magari fanno pubblicità in maniera aggressiva e irritante, ma che ogni azienda assume pur di rispondere come contromossa alla concorrenza, ma che di fatto non migliorano l'immagine , ma, anzi , rischiano di peggiorarla.

  • gli "scotchatori", non inteso come scocciatori, ma come applicatori di nastro adesivo, ovvero figure professionali che devono aggiustare problemi che non vengono mai risolti alla radice, e quindi solo per fare vedere all'esterno che c'è in atto n tentativo di aggiustare la situazione.

  • I "segnacaselle", ovvero figure lavorative che sono lì per far finta di studiare un fenomeno, per esempio ricerche di settore, in ambiti che , alla fine della fiera , a nessun importa un granchè o che hanno poca rilevanza in quel tipo di lavoro.

  • E per finire, i "Task Masters", i maestri indiscussi degli incarichi e delle deleghe, ovvero i capi reparto, i capi ufficio, quelli sotto il direttore o l'amministrazione che dovrebbero controllare e dirigere i loro sottoposti, che in verità lavorano già in completa autonomia, e non hanno bisogno di essere vessati dal vice sceriffo di turno.

Queste sono , più o meno, le cinque categorie nel libro che ho cercato di tradurre e spiegare in italiano, anche se il nostro vocabolario e il nostro mercato del lavoro ha diverse sfumature rispetto a quello americano.

Tra i grandi colpevoli vengono considerati, in maniera unanime, i terribili reparti di HR, Human Resources, gli uffici del personale , che negli USA, ma anche in Europa, applicano le loro teorie ed ideologie , molto spesso iper-politicizzate, nella ricerca e nella gestione del personale, senza guardare il vero valore professionale dei candidati o dei lavoratori già presenti, ma cercando di favorire persone che , magari per caratteristiche fisiche o di appartenenza, sono utili alla loro narrazione woke.

Di sicuro, in Italia, i primi che ci vengono in mente potrebbero essere tanti "statali", persone che hanno preso il posto fisso nella pubblica amministrazione, e raramente si vedono al loro posto in ufficio, e , talvolta sembra, che la politica crei nuove scartoffie da compilare proprio per giustificare l'assunzione di altri lavoratori molto....raccomandati.

Grazie dell'attenzione e alla prossima.

Immagine realizzata con ChatGPT